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Una questione privata è il titolo di uno splendido romanzo di Beppe Fenoglio in cui una storia intima come un amore giovanile si intreccia con la guerra, la resistenza, le grandi vicende della Storia. Il 23 maggio rappresenta, per la mia generazione, uno di questi momenti, in cui la Storia e la vita si incrociano, e comprendi che le tue scelte si devono confrontare con qualcosa di più grande, che non riguarda solo te. Ma quest'anno lo vivo ancora più come una questione privata, personale, perchè si intreccia con ricordi recenti e con il mio personale senso del contributo che possiamo dare alla vita della nostra comunità.
Nelle prime settimane di maggio del 2015 a Paternò si erano verificati ripetuti episodi di violenza e criminalità, in particolari furti e danneggiamenti di esercizi commerciali, in diversi luoghi della città. Da Sindaco avvertivo la preoccupazione dei cittadini onesti, la rabbia, un sentimento diffuso che mescolava la paura e il bisogno di reagire. Ho pensato, allora, che era necessaria una risposta corale, e il 23 maggio poteva essere la data giusta per rappresentare il desiderio di riscatto e l'esistenza di una città maggioritariamente onesta, quotidianamente impegnata ad affermare i valori di una cittadinanza solidale.
Il risultato è stato un lavoro d'insieme, alla cui organizzazione hanno partecipato associazioni, forze sociali, politiche, semplici cittadini, ed una marcia svoltasi il 23 pomeriggio, nella via principale, conclusasi davanti alla sede del Comune di Paternò di Palazzo Alessi, dove tutte quelle forze che avevano partecipato alla Marcia hanno espresso i propri sentimenti su un piccolo palco. Come Sindaco, in piazza insieme agli altri, ho ascoltato la voce della città, non ho sentito alcun bisogno di salire su quel palco, dove la città era già rappresentata, con le sue forze migliori. Ho pensato e penso che contro la cultura mafiosa il primo fondamentale passo sia affermare il valore della comunità, nel quale risiede ed assume senso anche il rispetto delle leggi, la solidarietà, il progetto di futuro e il patrimonio del passato. E chi ha il compito, istituzionale, di guidare una città, deve fare di tutto perchè sia il valore della comunità ad affermarsi, non la propria vanità a riproporsi.
In queste settimane attraverso le inchieste della magistratura ci viene svelata una parte oscura della nostra città, i cui protagonisti mercanteggiano favori e si occupano di destini personali, in cui il consenso si baratta con posti di lavoro o anche solo con la loro promessa. Non può essere oggetto di discussione pubblica se i singoli fatti abbiano rilievo penale, questa è una questione sempre specifica, legata a ciascun episodio. L'oggetto della discussione pubblica è affermare con chiarezza se tutto ciò viene giudicato accettabile, normale, o sbagliato, immorale. A me interessa sapere se chi mi amministra ritiene che lo scambio personale, il baratto voto/lavoro, favore/voto, sia la pratica di cui deve occuparsi ogni giorno, prioritariamente, oppure un pessimo retaggio di tempi lontani di cui liberarsi. E questo vale per ogni scambio e per ogni favore, dai posti di lavoro nelle ditte dei rifiuti a quelli nei call center, dagli incarichi professionali a quelli nelle aziende pubbliche e negli ospedali.
È una questione personale, dunque, come hanno dimostrato Falcone e Borsellino, e i tanti come loro, che hanno scelto, personalmente, ogni giorno, uno stile di vita, un sistema di valori, la parte in cui stare, e con le loro azioni quotidiane hanno impresso una svolta alla Storia, che di questo è fatta, in fondo, dei nostri piccoli passi alla ricerca di risposte, di affetti, di un buon motivo per piantare un albero.