Lucrezio, Seneca, due scrittori diversissimi, catalogati nelle distanti fazioni di stoici ed epicurei, in questo libro vengono messi a confronto per discutere, con noi, oggi, della felicità, del tempo, della vita e della morte.
E Dionigi dimostra come sia possibile trovare, nelle parole di due uomini vissuti molti secoli fa, le stesse domande che ci riguardano. Perchè sono le domande, ad essere importanti, più delle risposte, in questo libro, che dimostra come la forza e l'intensità delle domande sull'uomo e sul suo destino siano decisive, anche quando le risposte sono differenti. Vissero in tempi diversi, Seneca e Lucrezio, li accomunò l'esigenza di riflettere sul mondo, di comprenderlo, e il senso profondissimo di una responsabilità, esercitata poi nella scrittura.
La vita è venuta a trovarli, loro non sono sfuggiti, di fronte alla vita e alle sue durezze hanno mostrato la grandezza dell'uomo, disarmato da fedi soprannaturali, ma capace, grazie alla pietas, di trovare un senso alla sua vita.