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NAPOLI, 8 NOVEMBRE 2019
L’esame delle proposte di intesa sull’autonomia differenziata riguardo la scuola inducono a fare tre ordini di considerazioni.
Il primo è di carattere, per così dire, burocratico-amministrativo, cioè l’esame di quali competenze sono attualmente decentrate e quali centralizzate e come le intese proposte cambierebbero lo stato attuale di cose. La riforma del titolo V della Costituzione ha già collocato l’istruzione tra le materie di competenza concorrente, cioè tra quelle materie la cui competenza non appartiene esclusivamente né allo stato né alla regione. La legislazione attuale precisa altresì che le competenze riguardo l’organizzazione della rete scolastica sono certamente regionali, mentre quelle che riguardano i servizi per l’inclusione e il diritto allo studio appartengono agli enti locali, comuni e provincie, oltre che alle stesse regioni. La forza di queste norme è dimostrata dal frequente ricorso alla Corte Costituzionale da parte delle regioni, per contestare la legittimità di norme statali su aspetti riguardanti appunto l’edilizia scolastica, l’assegnazione di fondi ministeriali sul territoriali, l’organizzazione di servizi.
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