Inviare. Un'azione costante dei nostri giorni. Ma in-via è ciò che precede l'invio, è il percorso, la strada, l'inciampo, il paesaggio, la sosta, la corsa, l'incontro. Tutto ciò che raccolto sul sentiero quotidiano può meritare di essere in-oltrato.
- Sa, sindaco, io sono stato assunto dalla ditta dei rifiuti, grazie all'intervento di un amico... ma ora ho visto che nell'elenco degli operatori che devono svolgere il servizio non ci sono più..
- L'elenco viene fatto in base alla legge, comprende solo chi lavora nel servizio da un certo tempo.
- Lo capisco, sindaco, sa, io ero andato dal consigliere X, perchè si sa che lui può dare qualche spinta, almeno prima lo poteva fare, l'ha fatto.
- Ecco, prima. Ma perchè ora è venuto da me?
- Ma, io capisco che ora che c'è lei vuole fare entrare qualcuno che magari ha bisogno e conosce lei... e io dopo che ero entrato ora non sono nell'elenco, va, non capisco perchè solo io.
Finalmente cominciamo ad avere le forze per occuparci di alcune questione strategiche della città. Una di queste è certamente l'azienda idrica. Insediato il nuovo Consiglio di Amministrazione comincia a capire con più chiarezza quali sono i punti critici e subito ad impostare un progetto di svolta. Già chiari alcuni punti:
- trasformazione della tariffazione. Passeremo ad una tariffa a consumo abbandonando l'attuale sistema forfettario. Con il sistema attuale l'utente non percepisce un diretto legame tra l'acqua che consuma e quello che paga. Passando alla tariffa a consumo invece si pagherà in maniera proporzionalmente diretta a quanto si consuma. Innanzitutto è il principio che si usa in tutta Italia, e il contratto di servizio. Un contratto che chiarisce i rapporti comune-azienda, finora improntati alla confusione in una sorta di scambio reciproco di favori, mai normato da contratti.
L'autorità di vigilanza sui servizi pubblici obbliga tutte le aziende ad uniformarsi, ma è anche un modo eccellente per far capire a tutti la preziosità dell'acqua come bene da non sprecare. L'importo globale delle tariffe sarà lo stesso, cioè l'azienda deve incassare alla fine la stessa somma, quindi non ci sarà un aumento generale delle tariffe, ma ci sarà qualcuno che pagherà di più e qualcuno di meno, in proporzione a quanto consuma. Per evitare che il sistema colpisca molto chi ha famiglie numerose inseriremo una sorta di piccolo costo fisso, per le strutture fisiche che servono ad ogni utenza, che pagheranno tutti.
Vorrei far capire a tutti quanto caspita di tempo perdiamo per affrontare tutti i problemi creati da decenni di inerzia. È una cosa che mi fa innervosire tantissimo. Oggi, per esempio. Ore passate ad esaminare questo caso:
molti anni fa (ma molti, diciamo più di 30) nel cimitero vecchio si costruiscono dei loculi in una zona in cui il terreno non è solido e per giunta senza sistemare bene la zona attorno per metterli meglio in sicurezza. Poi una parte di questi loculi diventano perfino una cappella, non si sa bene come, e vengono assegnati ad una famiglia. Passano gli anni e il terreno si deteriora, perchè siamo proprio nella zona in cui confluiscono le acque reflue da una buona parte del cimitero. Alla fine la cappella diventa pericolante, non vi si può accedere se non con un certo rischio. Cosa si fa? Sistemarla adesso costerebbe proprio tanto, e soprattutto chi dovrebbe pagare tutto ciò? E come lo risolviamo questo problema, in cui si ritrova danneggiata la famiglia che non può onorare la memoria dei propri morti, ma anche il comune che si ritrova a dovere sistemare qualcosa che non doveva proprio esistere, grazie all'incuria prolungata degli amministratori?
Ho letto diversi commenti sulla delibera del Piano Integrato che abbiamo approvato a fine dicembre. La maggior parte all'insegna dell'espressione “no alla cementificazione”. Non so, sinceramente, quanti dei commentatori hanno davvero letto la delibera.
Un piano integrato è una proposta che un privato può presentare all'amministrazione, che riguarda una porzione di territorio di cui egli di solito può disporre, un progetto ampio che cerchi di comprendere l'interesse privato e pubblico, che ovviamente il privato propone perchè differisce da quello che era normalmente previsto su quella zona. In pratica con il piano integrato il privato propone al pubblico un utilizzo diverso del territorio, sul quale ha un interesse, ma tenendo conto dell'interesse pubblico.
La legge prevede questa possibilità, e l'approvazione del piano, essendo normalmente una variante alle previsioni urbanistiche, è di competenza del consiglio comunale.
Quello di cui si parla in questi giorni è un piano che ha proposto un privato che è proprietario di ampi appezzamenti di terreno in zona ardizzone, alcune ricadenti in zona di espansione, cioè edificabili, sulle quali è prevista la possibilità di edificare ma anche opere pubbliche, ed alcune nella zona immediatamente confinante con quella edificabile, in terreno a destinazione agricola. Cosa propone il privato? Quella che viene definita anche perequazione, cioè uno scambio, con il quale il privato cede al pubblico parte dei suoi terreni, sui quali vanno realizzate opere pubbliche, e in cambio propone di edificare sui propri terreni, adesso agricoli, con un progetto completo di urbanizzazione della zona.