Cara Santa Barbara,
finalmente in questa casa del Signore dedicata a te, al tuo nome, alla tua forza, al tuo coraggio, ma innalzata dal lavoro degli uomini, dalla loro intelligenza, dalla creatività, dalla fede, da questa casa dedicata a te, importante per noi, piccoli, che abbiamo bisogno di mura, rifugi, alziamo la nostra preghiera.
Benedici, Barbara, tutte le case dei paternesi, porta in esse il calore della tua fede, la forza della tua speranza e la tenerezza della carità, della nostra carità.
Inizia, ti prego, da quelle in cui il freddo di questi giorni si sente di più, da quelle in cui la fatica di vivere è tanta, inizia da quelle in cui manca perfino la luce elettrica, in cui i bambini non vivono inondati da giocattoli e tecnologia, dove le mamme ed i papà misurano ogni giorno le privazioni di una vita che non si aspettavano, nei visi dei loro figli, nelle domande cui non riescono a rispondere, benedici, Barbara, prima queste case, che ci sono, e non sono poche;
benedici, Barbara, anche le case che non hanno mura, quelle tante case che non esistono ancora o non esistono più, quelle delle famiglie che vorrebbero nascere e non riescono, attendendo quel lavoro che non c'è, quella certezza troppo distante, o quelle delle famiglie sfrattate, famiglie legate dagli affetti ma provate dall'assenza di un tetto, di un'intimità;
benedici le case degli anziani soli, che ogni giorno alla luce di una televisione avvolgono le ore, ricchi di parole, immagini, saperi, che non sappiamo accogliere;
e benedici, poi, anche le case di noi distratti, confusi, troppo pieni di oggetti, cose, perfino di cibo, benedicile perchè la pienezza degli oggetti lasci il posto all'unica ricchezza, la carità per il fratello, la responsabilità del fratello.
Cara Santa Barbara, ti chiedo una grazia più grande, per la città di Paternò, questa città, che a molti di noi appartiene per nascita, ma a te per scelta, fai che sappia diventare lei, la città intera, una vera, grande casa. Che ogni suo angolo, ogni marciapiede, ogni prato, ogni cortile, ogni strada, e poi ogni palazzo, ogni villa, ogni casetta, ogni balcone, sia la parte di una grande casa, la nostra casa, tutta casa nostra, e che nessuno sia considerato o si consideri ospite, nessuno straniero, nessuno di passaggio. Che tutti sentiamo l'orgoglio, ed il dovere, di farla bella, pulita, accogliente, gioiosa, che tutti la curiamo nella misura delle nostre capacità e delle nostre attitudini. Una casa in cui i monumenti sono belle eredità da mostrare, le vie ancora incomplete il nostro lavoro di oggi e di domani, i bambini e i ragazzi, la nostra fiducia da coltivare, la nostra gioia quotidiana. Una grande casa, la nostra casa, che ha i segni di ciò che siamo e che siamo stati, dei nostri limiti e della nostra grandezza, ti prego, Santa Barbara, come un'unica famiglia sappiamo sostenere chi sta male, stringere chi è solo, essere le mani, le braccia e la voce di un amore solidale senza il quale non è utile tetto, né calore,
insomma fai che ciascuno di noi sia degno di dire “questa è Paternò, la mia bella casa, ed è casa mia, perchè mio si può dire solo ciò che si ama”.