Che potrebbe essere un giorno pre-festivo, abbastanza normale, e invece no, è un giorno di emergenze e apprensioni (abbastanza normale).

E lasciamo perdere che per chissà quale guasto la discarica resta chiusa per qualche ora. Solo un po' di preoccupazione.

Poi però scopriamo che la banca tesoriera del nostro comune si rifiuta di pagare i compensi del servizio civico. Il servizio civico, si sa, è quell'attività svolta da alcuni cittadini che sono in condizioni di grave disagio economico, in cambio di un piccolo compenso mensile. Considerato che il 20 e 21 aprile sono due giorni festivi, abbiamo fatto di tutto per mandare in banca i mandati di pagamento in tempo, entro giorno 17. I nostri uffici hanno lavorato senza tener conto dell'orario pur di arrivarci. E venerdì mattina invece la banca decide che non pagherà nulla senza la nostra richiesta di usare l'anticipazione di cassa (diciamo il fido, o la scopertura, come volete chiamarla, su cui si pagano gli interessi). Ma non ci sarebbe bisogno di nessuna anticipazione, dato che i soldi sul conto del comune ci sono, ampiamente sufficienti per pagare.

Rabbia. Un classico comportamento da banca, si può dire, che si barrica dietro i formalismi, le procedure, cosa dice il computer... e le famiglie del servizio civico aspettano alle 14,30 ancora che si sblocchi questa assurda posizione.

Alla fine abbiamo dovuto fare un atto insensato pur di venire in aiuto a delle persone, che sono donne, uomini, bambini, case con tavole da apparecchiare, parenti da poter ospitare, uscire la domenica a Pasqua e tornare con un dolce, dirsi auguri. Di qualche cosa, auguri.

Le vite contro l'ottusità di una procedura, di quattro numeri, e peggio ancora contro l'intenzione di approfittare della voglia di fare del bene per guadagnare qualcosa in più. Questo, non si smentisce, l'atteggiamento delle nostre banche. Auguri anche a voi, di qualche cosa, auguri, magari di essere diverse.

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