Hanno gridato "vergogna" dopo la sentenza. Ed io già provavo vergogna perchè nella mia nazione dei giovani erano stati picchiati senza motivo e violentemente da quelli stessi (per lo più anch'essi ragazzi) che invece dovrebbero proteggerli, e di fatto, quasi sempre, lo fanno. Io già mi ero vergognato quando ho visto che il mio stato, quello stesso per cui io lavoro, aveva promosso i responsabili di quello scempio, e non aveva pensato neppure che doveva punire in modo esemplare e durissimo un poliziotto che crea prove false.
Ma oggi non mi interessa più nemmeno vergognarmi, voglio solo non dimenticare, come non ho dimenticato Ustica e Piazza Fontana, la stazione di Bologna, e tutte quelle volte che il mio stato si è fatto complice di assassini e terroristi, e si è fatto nemico della verità.
Non dimenticare perchè questa è la misura della nostra mancanza, il cammino che ancora dobbiamo fare, per diventare nazione.