Torna l'appuntamento con la newsletter, che viene riproposta in una veste rinnovata, a cominciare dai contenuti. Inauguriamo questo nuovo corso con una nota sul bilancio e sui problemi finanziari che riguardano il Comune di Paternò. Buona lettura
900.000 euro in meno di trasferimenti da parte dello Stato, questo il dato sicuro.
Aspettiamo l'importo dei tagli della regione e poi, a causa delle scelte politiche fatte da alcune frange del Consiglio Comunale, è stata dimezzata una tassa, l'Irpef, fra le poche eque previste dal sistema fiscale italiano, perchè non tocca la fasce deboli (i redditi inferiori ai 10.000 euro non vengono neanche sfiorati dall'imposta) e riguarda invece chi, avendo un reddito superiore, può contribuire al benessere della comunità intera.
Tre anni di sacrifici ci hanno permesso, a differenza di altri comuni che hanno già dichiarato il dissesto (Caltagirone, Catania, Cefalù, Scordia, tra gli altri) di non avere tutte le tasse al massimo (ad esempio l'imu sui terreni è più bassa dell'aliquota massima, e la tasi è tra le più basse della provincia), di potere fare mutui con cui sistemare, quest'anno, le strade, di attingere a finanziamenti pubblici...
E da quest'anno potremo ridurre anche la tassa sui rifiuti, che era altissima ed ingiusta.
Peccato che invece, ad un discorso serio e ponderato sulla politica fiscale si sia preferita la facile demagogia, che conquista titoli di giornali e provoca commenti infuocati sui social media. Peccato. Paternò ha perso un'altra occasione. Speriamo non sia l'ultima.
Nel frattempo infatti abbiamo quantificato il costo che il Comune dovrà pagare a seguito della sentenza con cui la Cassazione, dunque l'ultimo grado di giudizio, ha dato ragione ai doposcuolisti. 1.280.000 mila euro, in lire, più di due miliardi e mezzo. E così, noi e le future generazioni ci troveremo a pagare il prezzo di anni di malapolitica, anni in cui si è preferito nascondere la polvere sotto al tappeto invece che affrontare i problemi.
Ma in questi 5 anni stiamo adottando un sistema completamente diverso: i problemi si affrontano e si cercano soluzioni, anche difficili o sgradevoli. Così adesso riporteremo al consiglio comunale un ragionamento complessivo sulle tasse che possa garantire il bilancio comunale e andare incontro ai cittadini in modo mirato, per esempio facendo pagare meno a chi avvia una nuova attività imprenditoriale o a chi affitta la propria seconda casa ad un canone più vantaggioso.
Credo si possa ancora ingaggiare una sfida tra la realtà e i nostri progetti, tenendo presente che è proprio la concretezza delle proposte a misurare la qualità della politica, ma anche la chiarezza delle decisioni. Fare politica, per me, significa volere e sapere scegliere, portare dentro la società i campi di tensione, fare in modo proprio che dentro la tensione sociale il governo (il potere, se si vuole semplificare) giochi dalla parte dei più deboli, anche con i pochi strumenti che ha.