Le Salinelle si sono risvegliate, e al di là dei disagi che hanno causato ad alcuni residenti dell'area, disagi ai quali abbiamo immediatamente cercato di porre rimedio, i fenomeni verificatisi rappresentano senza dubbio un fatto positivo. Finalmente, l'attenzione su Paternò, da parte dei media locali e nazionali, viene destata da manifestazioni della natura uniche nel loro genere, che hanno immediatamente scatenato la curiosità di studiosi e appassionati. Negli ultimi giorni, complice il tam tam su giornali, tv e siti internet, decine di persone si sono recate alle Salinelle per ammirare i vulcanetti di fango,  non solo turisti ed escursionisti provenienti da fuori ma anche cittadini paternesi che ne hanno "riscoperto" l'esistenza.

Ogni volta che vedo i visitatori ammirare le Salinelle sono felice. Perchè da ben tre anni, con la mia amministrazione, lavoro per rendere il sito geologico finalmente fruibile. Prima, ce lo ricordiamo tutti,la zona delle Salinelle era interessata dal triste fenomeno dell'abbandono abusivo di rifiuti, tanto da essersi trasformata in una vera e propria discarica. Oggi, grazie ad un imponente lavoro di bonifica e all'installazione di telecamere di videosorveglianza, tutto questo è solo un lontano ricordo e ne siamo fieri perché, finalmente, tv e giornali possono venire alla Salinelle per riprendere e fotografare non più i rifiuti indecorosamente abbandonati, ma il fenomeno in tutta la sua originale bellezza. Un lavoro attento che non è passato inosservato, tanto che, su nostra richiesta, la Regione Sicilia ha aperto la pratica che ha permesso di dichiarare ufficialmente le Salinelle "Geosito di interesse mondiale". 

Ora è il momento di porsi nuovi obiettivi, che vadano al di là dell'ordinaria amministrazione. Occorre progettare, immaginare un futuro possibile per le Salinelle. Uno dei difetti della nostra città è stato infatti, storicamente, quello di parlare di cose irrealizzabili e non impegnarsi, invece, per costruire quelle fattibili. Dovremmo dunque, innanzitutto, smetterla di parlare di terme. Sappiamo infatti che è molto difficile che il fango delle Salinelle possa essere sfruttato a fini termali, sia per le sue composizioni chimiche, che per le caratteristiche fisiche.

Il nostro progetto è invece quello, molto più realistico, di rendere il sito un grande parco naturale all'aperto, in cui si esaltino la bellezza naturalistica e le potenzialità scientifiche - penso ad esempio alla geotermia - con dei percorsi che trasformino le visite turistiche in un'esperienza unica, avendo anche la possibilità di manipolare, utilizzare, toccare con mano, il fango caldo che viene emesso.

Se noi riusciamo a rendere l'area delle Salinelle, con tutto quello che le sta attorno, cioè gli impianti sportivi, la via dei Mulini (ancora tutta da recuperare), il Museo Etno-Antropologico collocato nei locali dell'ex-macello, la Fonte Maimonide, un luogo di interesse turistico, e lo associamo alla bellezza ed alla forza dell'Etna e del fiume Simeto, allora è possibile che degli imprenditori decidano di investire in strutture ricettive o centri destinati al benessere o alla cura. In questi giorni in tutta la Sicilia si svolge un dibattito riguardo gli impianti termali di Sciacca e Acireale, ormai chiusi e senza prospettive di rinascita. È la prova che nel 2016 occorre puntare sugli investimenti privati, ma anche che gli investimenti sono possibili quando i territori possiedono già un valore, dato dalla cultura, dalla scienza, dal turismo, un valore che dobbiamo creare noi come comunità ed è questo il lavoro che farò finchè amministro Paternò e spero sia fatto anche dagli altri amministratori. La creazione del Parco delle Salinelle è il prossimo passo, realizzabile, e per il quale stiamo già lavorando.

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