La crisi economica ha aperto nelle nostre città infinite ferite. La mancanza di lavoro provoca l'impoverimento di centinaia di famiglie, in alcuni casi la disperazione, e uno dei problemi più gravi, all'interno del grande tema della povertà e della crisi, è quello che si può definire “emergenza abitativa”. La difficoltà per moltissime famiglie di riuscire a pagare gli affitti, per le giovani famiglie di trovare una casa, non avendo alcuna certezza economica, ma anche il problema per i proprietari di case, di vedere un bene, un tempo di valore, trasformato in un enorme problema, perchè è solo una fonte di tassazione.
Abbiamo intrapreso una serie di iniziative su questo tema. Purtroppo, anche in questo caso, ci troviamo a ricominciare daccapo, nel senso che molte cose che in un comune normalmente dovevano essere fatte, a Paternò non sono mai state fatte. Mai.
Tre i principali problemi che stiamo cercando di risolvere, insieme allo Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari) e alle sigle sindacali: l’avvio di un processo di regolarizzazione degli alloggi popolari, attraverso un aumento dei controlli e l’aggiornamento delle graduatorie, che non viene attuato da quasi trent’anni, l’aggiornamento dell'accordo sul canone concordato riguardante il Comune di Paternò, e l’assegnazione dei fondi per la morosità incolpevole.
Si è già svolta una riunione preliminare cui hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni di categoria degli inquilini, Giusy Milazzo per il Sunia, Carlo D'Alessandro per il Sicet, alla presenza anche di Pippo La Spina per la Cisl locale, e con la presenti anche del direttore dell' Iacp, l'arch. Calogero Punturo e l’assessore alla Dignità della persona e Infanzia, Salvatore Galatà.
L’incontro ha avuto l’obiettivo di focalizzare già gli obiettivi che si possono raggiungere, senza perdere altro tempo.
Innanzitutto, la questione del caro affitti, che può essere arginata attraverso il rinnovo del canone concordato per il Comune di Paternò. Si tratta di uno strumento prezioso che agevola sia gli inquilini che i proprietari: i primi, infatti, hanno la possibilità di ottenere un contratto di locazione a prezzi calmierati, mentre i secondi pagheranno una cedolare secca più bassa. Ma per fare in modo che questo strumento sia davvero conveniente, stiamo inoltre cercando di introdurre un altro incentivo per chi decide di affittare a canone concordato, ovvero la riduzione dell’aliquota Imu per la seconda casa. Così possiamo usare la distribuzione dei tributi anche per incoraggiare delle azioni utili socialmente.
L’altro tema caldo – perché mai seriamente affrontato - riguarda la legittimità delle occupazioni degli alloggi popolari, che in diversi casi non sussiste, vuoi perché gli inquilini, pur avendo diritto ad abitare la casa, non hanno mai regolarizzato le proprie posizioni, o perchè anche il comune nei decenni precedenti non si è mai curato di fare le cose ai sensi della legge (purtroppo il campo della casa è uno di di quelli in cui la malapolitica può sfruttare il bisogno dei cittadini più deboli per esercitare la sua propensione al clientelismo). E occorre affrontare anche il tema della morosità, perché anche coloro che hanno un contratto, spesso, da anni non pagano il canone. Per i primi, avvieremo una campagna informativa per invitarli a regolarizzare la propria posizione, mentre per i secondi scatteranno le ingiunzioni di pagamento, con l’obiettivo di recuperare somme preziose, che potranno essere reinvestite nella manutenzione degli stessi edifici popolari. Il sistema dell'inerzia ha prodotto il meccanismo del tipo “voi non pagate ma vi tenete le case cadenti”, intollerabile per mille motivi, anche perchè ci vanno di mezzo i cittadini che invece pagano e vivono ugualmente in condizioni indecenti.
Puntiamo inoltre all’aggiornamento delle graduatorie per gli alloggi popolari, operazione che dovrebbe espletarsi ogni 5 anni - ma che in realtà non viene fatta dal lontano 1986 - e che ci consentirà di riassegnare con criteri equi quelle abitazioni che si sono, nel frattempo, rese disponibili.
Ultima ma non meno importante è la questione relativa ai fondi per la morosità incolpevole, sussidi da destinare alle famiglie impossibilitate a pagare gli affitti. In questo caso, la magagna nasce dal fatto che la Regione Siciliana ha recepito la normativa nazionale, emettendo un decreto per l’assegnazione di tali fondi a coloro che sono stati sfrattati nel 2013, mentre la legge prevede che il sussidio possa essere concesso a chi ha una procedura di sfratto in corso. Un pasticcio normativo, insomma, che va risolto perché quella della morosità incolpevole è una questione drammatica che non può più attendere, pertanto insisteremo con il Governo regionale affinché il decreto venga modificato, consentendoci di aiutare le tante famiglie che bussano ogni giorno alle porte del Comune.