Per la prima volta dopo tanti anni mi trovo nella condizione di non essere un lavoratore attivo del mondo della scuola, mentre per l'ennesima volta un governo propone una legge che investe la scuola suscitando un vastissimo dissenso.
Per essere chiaro, se fossi in servizio, sciopererei, anche stavolta.
Ma mi piace dire perchè, Ogni volta, infatti, che c'è stata una protesta della scuola, ho pensato che a nulla vale se nel frattempo noi operatori in primo luogo non usiamo l'occasione per fare una riflessione, e soprattutto per fare in modo che la società intera si interroghi sulla scuola. Altrimenti il risultato è che i genitori dei nostri alunni continueranno a pensare che scioperiamo per proteggere noi stessi, ma perfino nelle scuole ci ridurremo a fare un po' di polemiche a forza di pregiudizi e posizioni politiche.
Perchè sciopererei?
Perchè questa non è una riforma, non affronta i problemi veri della nostra scuola, e nei casi in cui lo fa poi finisce per proporre soluzioni inadeguate.
La legge proposta ruota su due aspetti che non sono affatto una riforma: le assunzioni e il ruolo dei dirigenti. Il resto è affrontato poco e male.
Le assunzioni non sono una riforma. Sono un'arma di ricatto politico per poter dire a tutti che gli eventuali ritardi nell'approvazione della legge si ripercuoteranno sui precari la cui immissione in ruolo ritarderà. Mentre le assunzioni si potrebbero fare benissimo, stralciandole dalla riforma, e subito. Tra l'altro si dovrebbe parlare con più chiarezza non solo delle assunzioni degli insegnanti ma anche del personale a.t.a., che invece non è affrontato nella proposta di legge.
Il ruolo del dirigente, come viene delineato dalla presunta riforma, viene rafforzato sul piano della gestione, come se il problema dei presidi, per far funzionare meglio la scuola, fosse avere più potere sui docenti nella fase di gestione. Qualcuno pensa che i dirigenti scolastici dovrebbero essere felici di questo. Dopo aver fatto anche l'esperienza di dirigere una scuola posso dire, come tanti altri dirigenti, che sono altri i punti che starebbero a cuore per un'attuazione vera dell'autonomia scolastica. Innanzitutto la certezza delle risorse economiche e la loro gestione davvero autonoma. Non dirigo la scuola come voglio avendo più potere nella chiamata dei docenti, ma potendo davvero dare un'offerta formativa flessibile, potendo aprire la scuola di pomeriggio, potendo fare corsi di musica o danza, se ritengo che possa essere una ricchezza per i ragazzi della mia scuola. Ma se la scuola deve restare così come è, se non abbiamo alcuna libertà in più nell'articolazione degli orari, dei programmi, che ce ne frega di nominare il prof. X o Y?
Il preside è soprattutto un insegnante, il suo ruolo deve essere potenziato sul fronte della programmazione educativa dell'offerta globale, non sulla gestione, che invece sottrae attenzione ed energia al lavoro di coordinamento delle risorse, di valutazione dei processi, di creazione di relazioni vere...
Poi questa pseudo-riforma non affronta affatto alcuni nodi storici della nostra scuola.
La scuola secondaria di primo grado. Nessuno, dopo il tentativo di Berlinguer, ha avuto il coraggio di affrontare alla base il problema del vero statuto della scuola media, ancora schiacciata tra la didattica della scuola primaria, integrale, fortemente centrata sulle relazioni, e quella della scuola secondaria di secondo grado, ancora troppo mirata alle conoscenze, iper-disciplinare. E nemmeno adesso se ne parla.
Gli organi collegiali. Da decenni devono essere riformati. Sono stati una grande intuizione alcuni decenni fa, l'idea che la scuola sia di tutti e non solo degli operatori, che pure ovviamente hanno la competenza professionale specifica per adottare le scelte didattiche. Il risultato è una farsa di riunioni ed elezioni, senza un vero coinvolgimento. Se ne può parlare? Ma se ne deve parlare prima di trasformare le attribuzioni del dirigente, perchè altrimenti si crea l'ennesimo pasticcio.
Infine, due cose quasi positive. L'organico funzionale e la carriera degli insegnanti. I temi sono giusti, ma le soluzioni sbagliate. Deve essere VIETATO usare l'organico funzionale per le supplenze brevi, non praticamente suggerito. E la carriera deve e può esserci anche per gli insegnanti, ma può essere solo, come per tutte le altre professioni, legata all'incremento dell'impegno e delle competenze messe in gioco.
Il 5, manifestando, spieghiamo anche quale scuola vorremmo, spingiamo i genitori e gli alunni delle scuole superiori a riflettere sull'importanza di una scuola efficiente per il futuro di tutta l'Italia.