PER L'ACQUA BENE COMUNE, INVESTIAMO IN CIVILTA', INFRASTRUTTURE, BUONE ABITUDINI!
Nel 2011 siamo stati chiamati alle urne per un referendum molto importante per il nostro futuro. Uno dei quesiti chiedeva se volevamo che l’acqua fosse considerato un bene pubblico. I “sì” giunsero a valanga. Oggi, a distanza di quasi 5 anni, ripartiamo da quel referendum per dire, ancora una volta, che l’acqua è un bene DI TUTTI e che, come tale, deve essere trattato con il massimo riguardo. Questo vuol dire, innanzitutto, niente sprechi. Ce lo chiede anche l’Unione Europea: basta con le tariffe basate sul “minimo impegnato”, ovvero una soglia massima di consumo, peraltro alquanto elevata, entro la quale la tariffa per il servizio idrico resta uguale per tutti, non importa se il cittadino è un parsimonioso utilizzatore dell’“oro blu” oppure uno sprecone.
Per Paternò, poi, in un territorio abbastanza ricco di acqua, il concetto di bene pubblico significa liberarsi dalla spesa che si fa per attingere acqua dai pozzi privati.
Occorre cambiare, serve consapevolezza di quanta acqua si utilizza, perché le risorse non sono infinite. Noi, da oggi, ci siamo adeguati. In linea con quanto ci dicono l’Europa e l’autorità per l’energia, l’Ama, la municipalizzata che gestisce il servizio idrico, d’accordo con il Comune di Paternò, ha abolito il minimo impegnato, per passare ad una tariffa basata sull’effettivo consumo d’acqua. Tanto spendo, tanto pago, equazione semplice, che in termini pratici farà risparmiare chi sta attento ai consumi, mentre farà aumentare i costi per chi spreca l’acqua.
Siamo consapevoli del fatto che si tratta di una piccola rivoluzione per i consumatori, molti dei quali sono abituati a utilizzare l’acqua senza preoccuparsi della bolletta. Ma se ci pensiamo bene, non accade lo stesso anche con la luce elettrica, per questo, in casa, stiamo attenti a non lasciare le lampade o gli elettrodomestici accesi, se non è necessario? Perché, allora, non dovremmo fare lo stesso con i rubinetti? Quel che serve è un cambio d’abitudini, per questo, il Comune e l’Ama hanno predisposto un decalogo che è stato diffuso sui principali organi di stampa locale, destinato proprio alle famiglie. Il vademecum contiene alcune semplicissime regole che ci permettono di tenere a bada i consumi, come utilizzare la doccia invece della vasca, tenere i rubinetti aperti lo stretto necessario, mantenere gli impianti idrici in efficienza e così via. Non vogliamo che il cittadino paghi di più, al contrario, vogliamo che paghi meno perché consuma meno. L’obiettivo è avviare un circolo virtuoso che, da una parte, incentivi l’utente a utilizzare meglio le risorse idriche a sua disposizione, per ricevere bollette più leggere, e dall’altra, porti ad un abbassamento della quantità di acqua che l’azienda dovrà attingere dai pozzi, riducendo i costi generali di gestione.
Nel frattempo, con l’Ama, stiamo lavorando per migliorare il servizio, e i progetti in cantiere sono tanti, fra questi, figurano gli interventi sulla rete di contrada Marvizzaro, nella zona nord di Paternò, dove si prospetta di realizzare la rete idrica, tuttora assente, e la risoluzione dei problemi legati al funzionamento del depuratore, oltre all’installazione di dispositivi di telecontrollo per monitorare a distanza e ottimizzare il flusso dell’acqua e il totale ammodernamento della rete idrica in interi quartieri.
Insomma, una vera rivoluzione, che permetterà di far diventare Paternò una città civile e di non sprecare più soldi pubblici. Dimostreremo, anche in questo settore, che l'onestà è la condizione primaria della buona amministrazione, ed insieme all'impegno quotidiano ed alla chiarezza degli obiettivi può produrre comunità libere e civili.