La storia inizia addirittura nel 2013, quando il Comune di Paternò conferma l'impegno ad assumere ogni onere riguardante gli uffici del giudice di pace pur di mantenerne la sede a Paternò. Ogni onere significa tutte le spese di funzionamento e il personale necessario perchè l'ufficio funzioni.
Nell'estate del 2014 il ministero della giustizia chiarisce quale sarà l'iter da seguire per arrivare al passaggio dall'utilizzo del personale ministeriale a quello comunale, quindi i comuni devono individuare almeno due figure da assegnare all'ufficio del giudice di pace, che verranno formate appositamente dal ministero, con un corso che si sarebbe dovuto tenere a Catania.
Il Comune di Paternò individua le due unità di personale, che però all'avvio del corso sostengono di non potervi partecipare per motivi personali. Passa quindi qualche giorno, e le due unità vengono sostituite, con altre in possesso delle qualifiche formali richieste dalle disposizioni ministeriali.
A dicembre (il 15) il Tribunale di Catania richiama definitivamente il dipendente che da anni ha svolto il ruolo di cancelliere, restando così all'ufficio soltanto il personale comunale. Il 16 dicembre il giudice di pace coordinatore dell'ufficio di Paternò trasmette al comune una nota in cui ci ribadisce la sua valutazione di inidoneità e incapacità del personale che gli è stato assegnato evidenziando peraltro che uno dei due dipendenti era assente sine die per malattia.
Il 18 dicembre il Presidente del tribunale di Catania, avendo letto la nota del giudice di pace di Paternò, ci dice: “ove l'amministrazione comunale non sia in grado di garantire stabilmente il funzionamento dell'Ufficio, vorrà comunicare con urgenza il venir meno delle condizioni che hanno determinato l'accoglimento dell'istanza di mantenimento ai fini delle conseguenti determinazioni ministeriali”. Ma l'amministrazione comunale ha provveduto, l'8 gennaio, all'assegnazione di una nuova unità di personale che potrà garantire il funzionamento dell'ufficio.
Forse la ricostruzione sarà stata un po' noiosa, ma la vita reale lo è un poco, mentre la polemica gratis e l'invettiva è divertente, frizzante. Allora, le bollicine: in tutto questo, si può capire che ruolo abbiano avuto altri soggetti, oltre al comune e il ministero della giustizia, tirati in ballo in questi giorni? In che senso avremmo risolto il problema in extremis, o appena in tempo? E soprattutto in che senso ci saremmo disinteressati della vicenda?
La mia impressione è che ancora una volta in questa città il bisogno di fare polemica contro il sindaco ha prevalso sulla comprensione dei fatti. Io invece penso che per crescere Paternò ha bisogno che soprattutto coloro che hanno responsabilità dimostrino una maggiore serietà, perfino compostezza, ma forse è una questione di stile, non di politica.