Dopo le dimissioni di Giuseppe Lo Faro, il capogruppo di Forza Italia, Daniele Venora, ha detto alla stampa di ritenermi un candidato ideale alla carica di presidente del consiglio comunale. In pratica, ha lasciato intendere che il suo gruppo non avanza candidature, e preferirebbe votare me piuttosto che altri. Venora ha motivato questa affermazioni con riflessioni di carattere esclusivamente personali, chiarendo che non vi è nessun ragionamento di tipo "politico" dietro questa valutazione.
Io credo nella sincerità di Daniele Venora, e lo ringrazio altrettanto sinceramente per quello che ha detto. Sarebbe davvero bello che questioni come queste venissero affrontate liberamente e senza pregiudizi di schieramenti o strategie sotterranee. Sempre. Ma finora l'amministrazione e la sua maggioranza non l'ha mai fatto. Tutte le nomine e le scelte di rilievo, in generale, non sono state fatte nella prospettiva dell'apertura e della valorizzazione degli uomini migliori, ma in quella dell'appartenenza e dell'equilibrio tra i piccoli potentati che orbitano nel centro-destra. Secondo la logica delle spartizioni e dei bilanciamenti personali cui sono sfuggiti pochissimi protagonisti, comprimari, o anche le semplici comparse, della nostra politica locale. L'M.P.A. continua a logorare la vita amministrativa della nostra città secondo le stesse logiche. Può l'elezione del presidente del consiglio bastare a ribaltare questa logica e questo sistema? Credo di no. Allora la proposta di Daniele Venora è interessante, perchè apre la possibilità di una riflessione più ampia, ed è anche un precedente utilissimo. Ma non è dall'elezione del presidente del consiglio che i cittadini di Paternò si aspettano un cambiamento reale.